martedì 9 aprile 2013

Case Editrici sì, Case Editrici no.

Non parlerò in questo articolo di case editrici gratuite o case editrici a pagamento per quanto la foto è stata messa appositamente per sottolineare il mio disappunto verso le seconde.
Io frequento il mondo dell'editoria da poco: ho pubblicato il mio primo libro due anni fa e ho iniziato a lavorare al suo interno poco meno di un anno fa eppure ho imparato molto riguardo a una situazione che prima mi era sconosciuta. Nonostante tutto non ho mai espresso qui le mie opinioni riguardo a varie case editrici e non mi sono mai rifiutata di leggere libri pubblicati da un certo editore piuttosto che da un altro - come invece altri blog e siti fanno - credendo che comunque tutti gli scrittori meritino una chance, o comunque una mia lettura. Insomma, io sono nessuno e sono pronta a riconoscere chi è migliore di me come chi è al mio pari. Ho sempre letto tutte le opere senza fare differenza credendo che spesso alcuni autori si fossero ritrovati con una determinata casa editrice - talvolta pessima - magari non sempre per scelta ma per errore - errori dovuti spesso alla non conoscenza di questo mondo. Ad oggi mi sono in parte ricreduta. L'editore non fa l'opera, non sempre, e quindi si possono trovare anche ottimi romanzi pubblicati da non ottime case editrici - potrei fare esempi vari tra cui bei libri pubblicati da Albatros e romanzi pessimi pubblicati da Mondadori - ma l'autore, a mio modesto parere, dovrebbe avere il buon gusto di non finanziare le truffe. Vorrei dare un consiglio a tutti gli scrittori emergenti, sempre partendo dal fatto che io non sono nessuno e quindi ogni mio consiglio potete anche gettarlo via: non abbiate fretta di pubblicare, siate pazienti, ma soprattutto siate umili. Molti autori emergenti al giorno d'oggi partono con l'idea di aver pubblicato il romanzo del secolo e se non trovano una casa editrice gratuita disposta a pubblicarli piuttosto pagano o si autopubblicano: ricordate che se la vostra opera è davvero buona prima o poi troverà il giusto sbocco - senza dover per questo veder sborsati anche i vostri quattrini.

L'introduzione è stata un po' lunga ma ora arrivo al punto: come è possibile che gli autori, pur di pubblicare, non si rendano conto di immergersi in cose poco chiare? Eppure a me sembrano così lampanti. Ciò che sto per narrare - e non farò nomi proprio perché non ho prove ma solo dati raccolti dai miei occhi on line - deriva da una mia intuizione mattutina.

Da qualche tempo vedevo diversi autori conosciuti tramite social pubblicare tutti con la stessa casa editrice. Un caso? Effettivamente esistono molti editori che sembrano reclutare gli autori solo così. A quel punto ho deciso di informarmi meglio, come sempre faccio, andando a visitare i siti e leggendo le mission:

1. questa Casa Editrice non ha un sito ma un blog, ovvero non si è neanche preoccupata di acquistare un dominio;
2. questa Casa Editrice si appoggia a un secondo sito di self publishing, ovvero tu paghi e io stampo il tuo libro;
3. questa Casa Editrice sostiene di tutelare i suoi autori tramite un'associazione - di chi sia non si sa - che però guarda caso offre anche servizi in qualità di agenzia letteraria (e comunque la quota annuale base è di 20 euro);
4. questa Casa Editrice - da quanto ho letto sul profilo di un'autrice - propone contratti di 5 anni non su un'opera sola - che già sarebbe troppo - ma su tutte le opere che un autore in 5 anni sfornerà (e contiamo che un autore emergente potrebbe scrivere oggi un'opera bellissima e domani un'opera illeggibile).

Diciamo che, sempre in base al mio pensiero, se questa situazione non dovesse prendere la giusta piega, gli autori non potrebbero lamentarsi. Forse il mio giudizio è traviato da situazioni simili finite - anzi non ancora finite - in malo modo, forse semplicemente il tutto risulta poco limpido a me ma io so già di essere fuori dal coro dei molti e non me ne preoccupo.






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