“101 motivi per non vivere in Italia” è un lucido e doloroso
pamphlet su tutto quello che non funziona nel paese in cui viviamo. Sulla scia
dei maestri, della lezione leggera di
Ennio Flaiano e su quella istituzionale e rigorosa di Calamandrei e Gobetti.
Una provocazione per partecipare e incidere nel segno della vigile memoria e
della coscienza critica.
Il libro si propone di miscelare con scrittura giornalistica
agile, polemica ma leggera alcuni motivi del disagio di vivere in Italia con argomenti alti e bassi. Dunque dalla politica
al tic dei telefonici, dal virus fiscale al potere delle lobby, dal complesso
ebraico alla d meritocrazia. Un piccolo atlante condivisibile del fastidio
crescente in cui riconoscersi. Tra lucidità e ipocondria, eccentricità e
realismo. 101 piccoli e grandi fotografie scattate da una polaroid e affacciate
sull’Italia contemporanea.
MINI MINI RECENSIONE ( ho avuto l'opportunità di leggere le prime pagine): Daniele Poto attacca in uno stile giornalistico i famosi "mali" dell'Italia, il Bel Paese che di bello ha perso forse molto. Insomma, è vero che tutti siamo capaci quotidianamente di criticare la nostra nazione, a più livelli, ma siamo abituati a farlo in uno spirito che può essere definito "da bar": ci sediamo, prendiamo un caffè e iniziamo lunghe chiacchiere su quello che non va. Su tutto. Ci perdiamo solo quando dobbiamo trovare da soli un'alternativa valida o quando dobbiamo sostenere le nostre tesi: Poto le sostiene, non solo intelligentemente ma mostrando conoscenze vaste e complete. Non solo, si spinge oltre, mostrando che se è vero che la nostra nazione ha falle visibili le altre, estero, spesso non sono da meno.
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