1.
Chi è
Stefano Santarsiere? Ovvero chi c’è dietro lo scrittore?
Ho trentasette anni, provengo da un piccolo
paese della Basilicata ma vivo a Bologna dal 1993. La scrittura accompagna la
mia vita da una ventina d’anni. Rappresenta l’amore per il racconto, e la
curiosità verso l’esistenza e le molte facce – spesso nascoste - del mondo.
2.
“Ultimi
quaranta secondi della storia del mondo”, edito dalla Abel Books, viene
definito un thriller. Io, che ho avuto la fortuna di leggerlo al suo esordio,
ho sempre amato definirlo un giallo esoterico, nonostante non si possano
nascondere gli omicidi. Stefano come lo descrive?
E’ un romanzo corale, ambientato
nella Basilicata dei rituali religiosi, del folklore venato di paganesimo e dei
pozzi di petrolio. La storia inizia con l’omicidio del parroco di Santerio,
tranquilla comunità lucana, e l’evento innesca una spirale che sposta la
vicenda su un piano sempre più vasto, in un viaggio nei culti legati alle
madonne nere e alla Grande Madre. Si tratta però di un poliziesco, che pone al
centro i meccanismi dell’indagine e della ricerca di un colpevole, attraverso
il personaggio del commissario Antonio Sparagno.
3.
Ho
apprezzato personalmente l’ambientazione italiana, nel particolare lucana, del
tuo romanzo, forse perché troppo spesso siamo portati a leggere o scrivere di
ciò che c’è al di fuori dei confini nazionali. Come mai questa scelta?
I thriller e i noir affascinano per la loro
capacità di sondare gli aspetti più oscuri della psicologia umana e degli
ambienti sociali. Uno scrittore che intenda cimentarsi con questi generi
narrativi e voglia che l’ambientazione non sia soltanto un palcoscenico
artefatto per i suoi personaggi, deve scrivere di luoghi familiari. Nel mio
caso c’è forse un vantaggio in più: io provengo dalla Basilicata, un contesto
poco conosciuto e non molto frequentato dalla narrativa italiana, che per di
più si presta alle atmosfere intrise di spiritualità, folklore e mistero
presenti nel romanzo.
4.
Quest’opera
ha anche vinto il concorso Casa Sanremo Writers. Parlaci di questo premio e di questa
esperienza.
“Casa Sanremo Writers” è una
rassegna/concorso organizzata dalla casa editrice ‘Qulture’ nell’ambito degli
eventi a contorno del festival della canzone. Quest’anno si è svolta la seconda
edizione, e ho avuto la fortuna di vincere il primo premio con questo romanzo. Presentare
il libro in questa cornice è stata un’emozione fortissima, anche per il
contesto in cui si è tenuto l’evento: il Palafiori, tra giornalisti, cantanti e
addetti ai lavori.
5.
Il
tuo libro è stato pubblicato in versione e-book, ovvero digitale. Pensi sia
realmente la nuova frontiera dei libri, degli scrittori e dei lettori? Ad
esempio io stessa pur credendoci ho sempre pensato che il tuo manoscritto
sarebbe stato un ottimo cartaceo.
A mio avviso la questione va posta sul
piano contenuti. Un libro di qualità trova la sua strada in qualunque forma.
Indubbiamente gli ebook hanno tuttora limiti importanti, legati soprattutto
alla necessità del supporto di lettura, ma allo stesso tempo, se ben veicolati,
possono arrivare molto lontano. Credo
che per adesso la scelta migliore sia pubblicare in doppio formato. Proprio per Ultimi quaranta secondi vorrei puntare a questa soluzione. Vedremo!
6.
I
progetti di Stefano Santarsiere per il futuro?
Di certo voglio continuare a raccontare. E’
la mia chiave d’accesso al mondo (sto infatti lavorando a un nuovo romanzo –
qualcosa che riecheggia per alcuni aspetti Ultimi
quaranta secondi). E quanto alle aspettative, non ho altro desiderio che
migliorarmi.
... mmmm, mi sembra di conoscere l'intervistato...
RispondiElimina:D
Vero Stefano?Ti assomiglia molto :D
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