(seguirà recensione)
TRAMA:
Un tormentato Monsignore, di nobili origini, benché costretto ad entrare in seminario dall’ambizione materna senza nessuna vocazione, cerca di svolgere al meglio il suo ruolo di pastore fra la sua gente, in un paese sperduto tra le montagne dell’Appennino lucano, con radicate tradizioni religiose e cultura contadina dominante.
Un posto dove il tempo sembra essersi fermato, dove vigono leggi non scritte ma che nessuno osa mettere in discussione. La tranquilla e noiosa vita di paese, dove tutti sanno i fatti di tutti e dove ognuno è contemporaneamente vittima e carnefice dello stesso gioco perverso, viene sconvolta dalla passione tra due ragazzi appartenenti a caste diverse: lei, Lola, figlia di contadini; lui, Alberto, il nipote del Monsignore, destinato a diventare medico e a sposare una ragazza di buona famiglia.
Nonostante fra i due ragazzi non ci sia mai stato niente più di un sentimento platonico tenacemente tenuto a bada, il paese tutto li tiene d’occhio e, per qualche tempo, essi sono oggetto di ghiotti argomenti di discussione.
Alberto, finito il liceo, si trasferisce a Roma per frequentare l’Università.
Lola sposa Giovanni, figlio della sarta presso la quale lavora come apprendista.
“Un lavoratore, cosa desiderare di meglio? Questo dissero a Lola la mamma, le sorelle, le amiche.
Un lavoratore con la testa sul collo e le mani d’oro, che non perde tempo davanti al bar; un brav’uomo come Giovanni è così difficile da trovare.
Lola gli disse di sì.”
Il paese tira un sospiro di sollievo: nessun ordinamento sociale è stato violato. Ma il destino ha in serbo delle sorprese.
Il Paese, finita la guerra, è in ginocchio: non c’è lavoro, non c’è speranza per il futuro. Giovanni, per garantire un avvenire più tranquillo a Lola ed alla piccola Angela nata nel frattempo, decide di emigrare negli Stati Uniti. Lo stesso giorno della partenza di Giovanni, Lola e Alberto si incontrano casualmente nei pressi del porto di Napoli e, da questo momento, una fatalità determinata e testarda prende in mano le redini della storia e conduce i protagonisti fino all’inevitabile.
L'AUTRICE DICE..mi chiamo Maria Rocco, sono lucana di nascita ( Viggiano ) e napoletana di adozione, ed ho appena realizzato il mio “sogno nel cassetto”: lettrice appassionata da sempre , dopo aver tanto letto le storie degli altri, dopo essermi tanto emozionata con le vite degli altri, ho sentito un bisogno insopprimibile di dare voce e corpo alla mia storia, alle mie origini, alla mia terra.
E così è nato “Il nipote di Monsignore”, uscito a settembre 2011, edito da 0111 edizioni.
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