(cartaceo)
(e-book)
(in collaborazione con Evolutive Press)
(PRESENTAZIONE 3 MARZO, MILANO, SCIAPO' DI VIA BORSIERI)
INCIPIT:
Può un mese cambiare la vita di una persona?
A me è successo.
L’estate scorsa ho iniziato a lavorare per una piccola emittente televisiva. Dovevo vendere spazi pubblicitari.
Vendere è una delle cose che mi riesce meglio. Non è un’abilità, non c’è niente che possa insegnartelo, per cui, non è un merito. Si tratta di una dote innata. C’è chi è portato e chi no.
Eccomi qui a vendere sogni, a creare idee, a scrivere testi che saranno letti più o meno bene da altri, sperando che trasmettano l’intonazione giusta, quella che gironzola nella mia mente, per creare la necessità in chi ascolta.
Le persone non comprano perché hanno bisogno ma perché qualcuno come me crea in loro la necessità.
I primi mesi sono stati durissimi.
Ho sempre venduto di tutto, dal famoso “Folletto” alle cremine svizzere che guariscono da tutti i mali del mondo e ti circondano di profumi talmente buoni che ne diventi dipendente.
La televisione non è una cremina, non la tocchi.
Mi sono ritrovata a vendere aria.
Alla fine vendevo me stessa, creavo un’illusione talmente bella, per ogni possibile cliente, che acquistava spazi affinché il loro sogno fosse visto in tutta Lombardia e Piemonte.
A settembre, dopo un’estate un po’ pesante, mi prende il sacro fuoco, quella forza che cresce violenta dentro, nella pancia, e che mi spinge a voler fare sempre di più e meglio, a credere e inventare qualcosa di nuovo.
Ho la necessità quasi fisica di creare tanti sogni per gli altri. Realizzare qualcosa per il prossimo mi è sempre sembrato più nobile che non farlo per me.
Bugia.
È sempre stato solo più facile.
Adoperarsi per se stessi è un’impresa titanica, implica sforzi emotivi imponenti e ci sono momenti in cui a me sono mancate le forze, quelli in cui il solo stare al mondo era già un’impresa.
Dicevo che era stata un’estate pesante, in realtà, chi mi conosce, sa perfettamente che la mia vita è da sempre una guerra, impari, contro il destino. Sembro designata a combattere sempre e comunque... una Lady Marion dei tempi moderni, un Don Quijote in jeans, una moderna Giovanna D’Arco.
Ci sono persone che nascono fortunate e a cui tutto riesce semplice, immediato.
A me no.
Attenzione, ho trentaquattro anni e, per quello che ho vissuto e come, ho già riempito almeno tre vite.
Devo mordere la vita, andare fino in fondo, annegare, annaspare e tornare a respirare.
Sarà perché sono dello Scorpione? Non lo so, ma mi piace crederlo!
Se soffro, mi devasto e mi crogiolo nel mio dolore.
Se sono felice, sono una mina impazzita nell’universo.
Sono uno tsunami sulla mia vita e su quella degli altri.
Nel bene e nel male.
Anni fa ricordo c’era una pubblicità delle “Superga”, le scarpe da ginnastica più tossiche dell’universo, recitava così:
”o le ami, o le odi”.
Questa sono io. Mi ami o mi odi, amo oppure odio. L’indifferenza non mi appartiene.
“Metto passione in tutto ciò che faccio, sono io, è il mio modo di vivere, giusto? Sbagliato? Non lo so, ma è l’unico modo che ho.”
Questa è Giulia, un po’ don Chisciotte in jeans, un po’ Peter Pan, 158 centimetri di concentrato di trentenne inquieta dell’hinterland milanese, piena di voglia di mordere la vita e che ancora non ha capito cosa vorrà fare da grande, nonostante sia già madre di un bambino di otto anni, che sta allevando da sola.
Dopo l’ennesima storia sbagliata, che le ha procurato infelicità, solitudine e attacchi di panico, Giulia smette di mentire a se stessa: se si sta male, non è amore, non può esserlo. L’amore fa star bene, ti fa sentire le bollicine della felicità, come se ti stappassero una lattina di Schweppes direttamente nel cervello.
Un po’ svitata, “vergognosamente spontanea”, Giulia non si dà per vinta: dalla vita vuole la favola. Ci sarà pure un principe azzurro anche per lei! Intanto, si arrabatta come può, corre da un lavoro all’altro, coccola il figlio, si districa nel traffico delle ore di punta, digita frenetici messaggini al cellulare, si ostina a portare tacchi da 12 centimetri anche quando è insano farlo (ad esempio, per fare sopralluoghi sui tetti, nel tentativo di vendere impianti fotovoltaici).
Quando si è aperti alla vita, generosi come Giulia, l’amore arriva. Forse, non senza qualche problema, anzi. Ma arriva di sicuro.
Raffaella Nassisi, con Tredici maggio, ci regala un rosa scoppiettante, moderno, punteggiato da tonnellate di SMS, ironico, scritto con un linguaggio attuale, per raccontarci una storia di oggi ma anche, come sempre quando si parla d’amore, una storia senza tempo.
(Piera Rossotti di Edizioni Esordienti e-book)
BIOGRAFIA: Raffaella Nassisi, milanese, è più o meno coetanea della protagonista del suo romanzo. Da sempre ama leggere e scrivere, e per lungo tempo ha fatto gare di salto ostacoli a cavallo. Ha conseguito la maturità scientifica e si è iscritta a Psicologia all'Università di Parma ma, dopo un paio d'anni di frequenza e di esami, ha capito che non avrebbe mai potuto sopportare i drammi altrui..
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