"Ho lasciato l’Italia il 22 febbraio 2007. Una decisione
presa quasi d’impeto.
Più precisamente ho lasciato Sassuolo, piccola cittadina
industriale ai piedi dell’appennino modenese, dove sempre avevo vissuto:
esattamente 34 anni.
La scuola, gli amici, tutta la mia vita si era svolta li.
Dalle elementari all’università. Poi il lavoro, prima come funzionario
commerciale in vari settori poi, alla fine, quello che sembrava il sogno di una
vita: investigatore privato. La cosa migliore che pensavo potesse capitarmi!
Fino a quel giorno
che dissi a me stesso e a mia madre: vado via, in Venezuela!
Lasciai la famiglia, gli amici e gli affetti, i ricordi i
dolori, il passato!
Non era un addio ma un arrivederci: non sapevo a quando, ma
lo sapevo!
Solo adesso, dopo quasi 5 anni da emigrante mi rendo conto
che forse quella decisione la stavo maturando dentro da anni, inconsciamente.
Mancava solo l’occasione, il pretesto, la scusa… non ho scelto una meta ne un
posto specifico… mi ha scelto lei.
Roraima, ragazza italo venezuelana di cui mi innamorai e
alla quale feci la proposta di portarmi con se’, come una sorta di souvenir
della “sua” cara e amata Italia.
Ed eccomi qui a Mérida, citta a 1600 metri sulle Ande
venezuelane dove la vita scorre con ritmi e tempi differenti e dove intanto
Roraima è diventata mia moglie.
Forse stavo scappando forse inseguivo ancora il sogno di un
adolescente, di tanti, che voleva andare via verso spiagge e paradisi
immaginari e poco probabili, esistenti solo nella sua fantasia appunto.
Qualcosa è cambiato. Qualcosa si è mosso dentro di me. Ho
trovato o, meglio, ritrovato, qualcosa che avevo perso o forse non sapevo
nemmeno di avere.
Dal nulla, con Roraima, abbiamo iniziato un attività:
confezione di abbigliamento per bambine. Il suo sogno, lei che aveva studiato
come stilista in Italia voleva realizzare il sogno di avere una propria marca
di abbigliamento
Mi sono buttato in un sogno non mio e lungo il cammino,
mentre i vestiti e la fabbrichetta prendevano forma e crescevano ho trovato me
stesso e la mia identità che avevo perduto per i condizionamenti e le
abitudini, gli sbagli e i rancori, il passato e i ricordi a cui per troppo
tempo ero rimasto legato.
Sono cresciuto insieme al mio spagnolo e alla fabbrica.
Adesso i nostri vestiti e la nostra marca, Cuore
alma italiana pasion latina, si vendono in tutta Venezuela e grazie a Dio
posso dedicarmi alle mie passioni, scoperte e ritrovate in questi anni.
Quando sono partito non sapevo che stavo scappando e non
sapevo che stavo cercando qualcosa, volevo solo cambiare.
Il tempo mi ha dato la consapevolezza che scappavo dal
passato, dai ricordi, dagli errori e dai legami, da momenti burrascosi e
difficili; e che cercavo la libertà, nel senso dell’essere liberamente me
stesso, senza condizionamenti, senza influenze, senza retaggi di un passato
troppo pesante da sopportare, di una vita che non si adattava a me che, del
resto, non mi adattavo a lei.
Nel 2007 mi ero dato un tempo limite, come una data di
scadenza: 10 anni poi sarei tornato in Italia. Consideravo questo un trasloco
non definitivo, a termine… adesso non lo so. Forse il viaggio non è ancora
finito o piuttosto è appena iniziato. Adesso guardare all’Italia e al suo stile
di vita, con i suoi problemi veri o presunti mi fa tremare, un ritorno definitivo
a quello stile di vita ad una perenne crisi a costanti ricambi e rinnovamenti
veri o inventati e da scartare. L’Italia la vedo adesso come una donna
bellissima ma troppo capricciosa per poterci convivere.
In Italia torno e tornerò: è la mia meta di vacanza. Quando
gli italiani se ne vanno alla ricerca di posti esotici e improbabili avventure
io torno alla cara e vecchia Italia. Gli amici e la famiglia sono sempre nei
miei pensieri.
Mi mancano, certo, ma ho imparato l’importanza del tempo;
non il tempo così come lo intendiamo in Italia: il tempo che è denaro, il tempo
che fa sempre correre in una frenesia di andare e venire, di essere sempre in
ritardo, nulla di tutto ciò.
Non è un tempo inteso in termini di quantità ma di qualità.
Ai miei amici e ai miei cari cerco di dare tempo di qualità quando torno in
Italia.
La prima volta sono rientrato dopo quasi tre anni e avevo
paura!
Mille paure a dire la verità: paura di non potermi staccare
di nuovo, paura di dire arrivederci, paura di vedere piangere ancora mia madre,
paura di rendermi conto che avevo fatto la scelta sbagliata, paura di rivedere
persone e volti, paura di non avere la forza per proseguire e portare avanti
una scelta…
Ed effettivamente è stato difficile salutare tutti la
seconda volta. Non sopporto gli addii nemmeno se momentanei…
Ma tornerò sicuro e forte. L’Italia e tutto ciò che
significa, la carica emozionale che mi lega alla mia terra e più’ forte di ogni paura o timore.
In Venezuela ho trovato me stesso, ho imparato ad amare me
stesso e l’Italia a scoprire quanto significhi l’uno e l’altra cosa.
C’è chi dice che si apprezzano le cose belle solo quando si
sono perdute… è un po’ così che funziona e che mi sento. Bisogna lasciare le
radici per apprezzarle, uscire dal guscio per capirne l’importanza. Abbandonare
un idea di se stessi, per capirsi e ritrovarsi.
Mi sono ritrovato più forte, più sicuro. Mi voglio bene. Ed
era ora.
Non credo sia importante il posto dove sono o dove sarò. Nel
mio caso l’importante è stato andare via. Non rinnego nulla di ciò che ho
vissuto ma sento e so che era necessario. Non mi sono mai pentito, nemmeno per
un secondo, della mia scelta. Potrà apparire una scelta egoista per chi rimane
ad aspettare, per chi sente la mia mancanza, ma so che chi mi vuole bene
davvero capisce e vede che l’Alle di adesso è migliore.
Adesso posso offrire di più’ ai miei cari! Anche da lontano.
Questo posto confusionario, disordinato, senza regole ne’
orari per assurdo mi ha ridato equilibrio. Forse perché, come direbbe qualcuno,
anche io sono così incasinato e per questo mi trovo bene qui e mi sono espresso
e ambientato al massimo.
Il Venezuela e la sua gente mi hanno insegnato e mi
insegneranno ancora moltissimo: la compassione, quella vera; apprezzare ciò che
si ha; la tolleranza, la spiritualità; la felicità per le piccole cose (piccole
davvero); il sorriso di un bambino e le lacrime di una madre a cui ho regalato
la loro prima foto… la povertà e l’umiltà, quelle vere non quelle sentite
raccontare a scuola o al telegiornale… e un infinità di altre emozioni e storie
che sto cercando di raccogliere in un libro di immagini ed emozioni che forse
un giorno vedrà la luce.
Per il momento mi dedico alla scrittura di gialli, la mia
passione come l’investigazione e la lettura.
Tra le cose che ho trovato qui c’è appunto l’ispirazione, la
calma e la forza per sedermi e scrivere
il libro che avevo dentro da tempo ma che mai avevo nemmeno iniziato.
Il 9 settembre 2011 ha visto la luce Delitti in Secchia, romanzo giallo ambientato a Sassuolo che sta
riscuotendo un discreto successo. La prima edizione auto pubblicata in 500
copie sta circolando nella zona di Sassuolo e dintorni. Durante il 2012 verrà
pubblicato da Caosfera edizioni a livello nazionale. Prenotabile sul sito www.caosfera.it sezione tensioni,
lafeltrinelli.it, ibs o amazon.
Spero di poterne trarre anche un film o un cortometraggio
dal momento che mi dedico anche a questo con alcuni studenti universitari della
ULA (Universidad de Los Andes) facoltà di cinema recitazione e direzione. Ho
partecipato ad alcuni cortometraggi e documentari in veste di attore.
Sto lavorando ad altri due romanzi che spero possano
prendere forma rapidamente.
Quanto ad un mio possibile ritorno definitivo in Italia dopo
questa mia emigrazione dell’anima... Chissà cosa ha in serbo il futuro?
L’Italia sta vivendo un momento difficile o meglio lo stanno
vivendo gli italiani sempre alle prese con tasse, stress, difficoltà economiche
e chi più’ ne ha più ne metta. Negli ultimi tempi dopo l’uscita di una mia
intervista, tanti italiani mi hanno scritto e mi scrivono da tutte le parti
d’Italia per sapere com’è, cosa si sente, quali emozioni e quali paure accompagnano
una scelta come la mia.
Tutti, sono stanchi e non ce la fanno più’; da nord a sud,
dall’avocato al pensionato, dal muratore all’imprenditore si lamentano, non
stanno bene, vogliono qualcosa di nuovo, di diverso, vogliono vivere
tranquilli.
Non sono certo in condizione di dare giudizi o consigli, ma
da fuori quello che vedo è malcontento, disillusione, perdita di speranze per
il futuro…
Ma il cambio deve iniziare da noi stessi. Non è importante
vedere la meta basta fare il primo passo e il resto verrà solo. Non serve
aspettare che le cose cambino, cambiano prima noi stessi.
Ricordo le parole di mio padre preoccupato e timoroso del
fatto che mi trasferissi in un paese con un governo discutibile, “la repubblica
delle banane” come diceva lui, lasciando una laurea un lavoro e affrontando per
vivere nel terzo mondo. Secondo lui sarebbe stata una rovina.
E con questo non voglio dire che tutti debbano lasciare
l’Italia ma solo che a volte è necessario osare e andare contro corrente senza
aspettare che qualcuno o qualcosa cambi per noi. Quello che oggi può sembrare
assurdo o una pazzia domani potrebbe rivelarsi
la salvezza.
E, in fondo, se le cose vanno davvero tanto male come si
dice, cosa c’è poi da perdere?
Il mio racconto e la mia esperienza spero siano di aiuto a
tutti coloro che adesso stanno pensando che sia finita che non ci sia più
speranza. La speranza è davvero l’ultima a morire! E le barriere e gli ostacoli
esistono solo se siamo noi ad erigerle.
Ve lo assicuro! Solo 8 anni fa pensavo che la vita fosse
finita e quante cose sono successe…"
In una tranquilla cittadina
industriale ai piedi dell’Appennino, sulle sponde del fiume Secchia, vengono
trovati due cadaveri di donne in distinti momenti: stessa causa di morte,
stessi, strani segni sul seno delle vittime; entrambe sud americane, entrambe
nude e senza documenti…
La notizia sconvolge il piccolo
paese e il commissariato, tutte le ipotesi sono possibili: un delitto maturato
nel mondo della prostituzione o della droga, o forse, nel piccolo paese
emiliano è in attività un serial killer come pensa il commissario Bazzi?
Delitti In Secchia è un libro
giallo; un classico giallo dove l’intuizione e la lógica sono gli elementi che
permettono ai personaggi di risolvere il caso.
Andrea Filippi e Alessandro;
poliziotto il primo, detective privato il secondo. Niente scienza ne
tecnologia, solo la brillante mente di due giovani alla ricerca della
giustizia.
Una donna bellissima che da il
la all’investigazione e fa perdere la testa ad Alessandro, molto più istintivo
del pacato e razionale Andrea.
Ma Delitti in Secchia è anche
la storia di questa gran amicizia fatta di prese in giro e scherzi da parte di
due amici che si amano e rispettano a modo loro.
E’ anche autobiografico:
Alessandro rappresenta l’autore stesso e Andrea è il suo piu’ caro amico.
In tutto questo, una carrellata
di personaggi costituisco l’ambiente che, nella realta’, per tanti anni abbiamo
vissuto e condiviso in molti.
Un finale che lascia aperti
molti interrogativi su cio’ che e’ giusto e sbagliato e sui limiti della legge.
Nel mezzo scherzi, battute,
avventure, personaggi loschi e viaggi esotici.
BIOGRAFIA: Alessandro Collioli nasce il 6
Maggio 1973 a Sassuolo cittadina industriale in provincia di Modena.
Dopo gli studi e la maturità al
liceo scientifico ottiene la laurea in Giurisprudenza attualmente parcheggiata
in un cassetto.
Svolge il servizio militare presso
la polizia di stato dalla quale si congeda nel 2001 con medaglia d’onore per il
servizio prestato durante le alluvioni in Lombardia dello stesso anno.
Svolge vari lavori nel settore
vendite finche’ nel 2004 dopo un “periodo difficile” decide di prendere in mano
le redini della propria vita dedicandosi a quella che sempre è stata la sua
passione: l’investigazione!
Lavora due anni come
investigatore privato entrando in contatto con varie e particolari realtà
italiane. Di questa esperienza v’è traccia nel romanzo.
Nel febbraio 2007, decide per
la svolta definitiva della sua vita: si trasferisce in Venezuela, nella città
di Mérida dove tutt’ora vive la maggior parte del tempo senza però dimenticare
la cara e vecchia Italia.
In Venezuela, con la moglie Roraima,
crea dal nulla una impresa di
abbigliamento che al momento attuale vende in quasi tutto il territorio
nazionale.
Partecipa ad alcuni
cortometraggi e documentari realizzati dalla ULA (Universidad de Los Andes) in
veste di attore.
Appassionato di criminologia, “true
crime” e psicologia criminale, accanito lettore, da sempre coltiva la passione
per la scrittura che prende forma concreta nel 2011 con il primo romanzo giallo
“Delitti In Secchia” ambientato per la maggior parte nella natale città di Sassuolo
non senza una parentesi Colombiana.
Il libro è stato scritto tra
marzo e maggio del 2011 “di getto”.
Lo covava dentro da anni
finche’ un giorno è uscito tutto in un colpo.
Attualmente sta lavorando al
secondo libro che, sulla falsariga del primo, potrebbe essere intitolato
D.a.S.: Delitti a Sassuolo, nel quale sono presenti alcuni personaggi del primo
sebbene la storia sia indipendente ed autonoma. Probabilmente ne seguirà un
terzo dopodiché conclusa la trilogia “sassolese” ha in progetto di ambientare i suoi romanzi
in Venezuela.
Ha nel cassetto vari altri
progetti tra cui una raccolta di racconti brevi con alcuni dei quali nel 2012
intende partecipare al “premio letterario città di Sassuolo”, così come un
romanzo/autobiografia sul Venezuela, corredato di foto tratte dalla sua
esperienza personale in Venezuela. Una maniera per spiegare il Venezuela
attraverso l’impatto delle foto e i racconti che le accompagnano, il tutto in
veste umoristica con paragoni con l’Italia.
chi fosse interessato a riceverne una copia digitale scriva a allebiondo@hotmail.com
RispondiEliminaparte dei proventi di questo libro li donera' ai miei conterranei emiliani terremotati
RispondiElimina